Nella sanità: etica e umanità della cura

Relazione con il paziente, cura della persona e non solo della singola patologia, umanizzazione dell'ambiente ospedaliero, competenza etica e bioetica del personale sono fattori riconosciuti ormai universalmente come fondamentali per valutare la qualità di una struttura sanitaria. La consulenza filosofica si rivolge sia ai medici sia ai paramedici, proponendo una formazione permanente su questi temi. Ma essa non tralascia i pazienti e la loro condizione di ospiti e utenti della sanità, per ricostruire assieme a loro, in un dialogo attento e delicato,  un quadro esistenziale il più possibile coerente e consapevole, cercando di valorizzare come situazione pienamente umana anche il momento difficile della sofferenza e della malattia 

In ambito sanitario la filosofia ha la possibilità di orientare la prassi mettendo in campo una tradizione di approfondimento concettuale estremamente consolidata e vasta. E’ nota una tra le più antiche definizioni della filosofia che la annoverava tra le medicine dell’anima. E’ altresì noto che tutta la scienza antica, compresa quella medica, aveva una struttura essenzialmente filosofica e che su tale impalcatura ha potuto svilupparsi l’odierna specializzazione medica d’impronta sperimentale. Inoltre molti filosofi anche nella contemporaneità hanno potuto portare il proprio contributo in ambito medico (soprattutto psichiatrico, vedi p.es. Jaspers e Biswanger). Ma ciò che maggiormente conta è la necessità, emersa in questi ultimi anni, di approdare ad una rivalutazione del sapere filosofico per connotare l’impresa difficile della cura e dell’assistenza sanitaria in modo che risponda a sempre più pressanti esigenze di umanizzazione, a fronte del tecnicismo esasperato che tende ad affermarsi parallelamente al progresso materiale e conoscitivo. Qui emergono non solo gli aspetti bioetici di un possibile intervento filosofico, ma anche quelli di un’auspicabile chiarificazione concettuale sui temi che più interessano la professione sanitaria: cura, dolore, malattia, salute, vita, morte, compassione, speranza, futuro, tecnica, attività, silenzio, denaro, sperimentazione etc. Tale chiarificazione ha natura logica, linguistica e formale, ma anche contenutistica, etica e sostanziale e attiene sia alla correttezza dei discorsi sia alla loro intenzionalità specifica, ai loro riferimenti reali e alla dimensione morale e antropologica che mobilitano. Una siffatta opera chiarificatrice, se vuole essere efficace, non può essere affidata solo alla trattatistica teorica, ma deve essere portata dentro all’esperienza professionale, in modo che i concetti perdano la loro astrattezza e siano messi nella condizione di dare un senso alla concretezza della quotidianità di tutti gli attori della sanità. Insomma non può più essere un servizio all’ingrosso ma deve passare, per così dire, al dettaglio. Per questo da un lato gli esperti in filosofia devono abbandonare gli ambienti protetti dell’accademia e gettarsi nella mischia della vita delle organizzazioni e delle persone che operano in questo settore o che ne sono gli utenti, e dall’altro entrambi, operatori e utenti, possono essere stimolati a servirsi di una consulenza filosofica per capire meglio il “che cosa” del proprio mestiere, o “il senso” della propria condizione di malato, nella consapevolezza che tale comprensione retroagisca positivamente sul loro vissuto. Questo è l’obiettivo che la consulenza filosofica intende perseguire attraverso vari strumenti: a) comunità di ricerca con il personale di un dato reparto per prendere distanza dalla propria prassi lavorativa, individuarne le difficoltà, discuterne i fondamenti etico-deontologici, valutarne l’efficacia in ordine al miglioramento delle condizioni non solo fisiche del paziente e, in generale, istituirne una pausa per permettere alla riflessione comune di prendere coscienza delle possibilità di modificare il vissuto all’interno del reparto stesso. La comunità di ricerca è un peculiare metodo di discussione filosofica (ideato da M. Lipman, insegnante di logica alla Columbia University, negli anni ’70) nel quale un gruppo, alla presenza di un facilitatore esperto in filosofia, viene stimolato e guidato in una procedura di confronto attraverso un breve testo-stimolo. Da esso i partecipanti prendono spunto per formulare domande correlate alla propria esperienza e per procedere, secondo regole di rispetto reciproco e di dialettica tra gli argomenti, ad un approfondimento condiviso e democratico dei temi che riscuotono interesse generale. b) consulenza individuale con il personale medico o paramedico su tutte le questioni relative al vissuto nell’ospedale. In tale occasione, durante un colloquio o una serie di colloqui privati della durata di un’ora circa (salvo diversi accordi tra i dialoganti), sarà fornito un approccio razionale ai problemi, nell’ambito di una discussione aperta in cui colui che richiederà il servizio non vedrà approntata una soluzione in base ad un sapere pre-stabilito, ma sarà condotto a riflettere in modo corretto, a valutare alternative, a vagliare argomenti pro e contro in modo autonomo e grazie ad un dialogo capace di valorizzare la dotazione razionale di ciascuno. Qui la tradizione filosofica potrà costituire un utile punto di riferimento concettuale ed etico per approfondire taluni aspetti della propria professione e individuare possibilità di alternative alla prassi consolidata. c) consulenza individuale con pazienti che ne facciano esplicita richiesta, dopo essere stati adeguatamente informati sulle caratteristiche del servizio (cfr. sez. “Un servizio alla persona”, in questo sito).

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