Per gli enti locali e nella società civile

La consulenza filosofica quale strumento che gli enti locali possono utilizzare per avvcinare il cittadino e i suoi problemi, ma anche come luogo di ripensamento delle ragioni profonde delle politiche sociali, dei valori e delle mete che devono caratterizzarle, secondo un'impostazione critica, libera e non superficialmente ideologica.

Gli psicologi M. Benasayag e G. Schmit nel loro famoso saggio L'epoca delle passioni tristi si trovano a dover registrare un fenomeno nuovo e socialmente non irrilevante: “Un nuovo tipo di richiesta si aggiunge (…) a quella classica, di tipo psicopatologico per la quale siamo stati formati”. Essa riguarda “una nuova forma di malessere, divenuta preponderante in pochi anni e per rispondere alla quale noi, «tecnici della sofferenza» non siamo stati veramente preparati”. Di che cosa si tratta? I due autori parlano di “passioni tristi” nel significato di senso di “impotenza e disgregazione” dovuto al crollo degli ideali emancipativi della scienza e della tecnica e al venir meno degli ancoraggi forniti da ideologie e religioni classiche. Di qui una diffusa incertezza sul proprio destino e sul proprio futuro che coglie persone di ogni fascia sociale, di qui anche la sensazione della perdita di senso del vivere quotidiano che determina forme di disagio squisitamente esistenziale, quella che L. Berra definisce appunto “depressione esistenziale”, suscettibili di aggravarsi fino alla vera e propria patologia. Per affrontare queste difficoltà, che sorgono su un terreno al tempo stesso individuale e relazionale, bisognerebbe interrogarsi sulla possibilità di migliorare la qualità della convivenza civile, fino a sviluppare possibili alternative ai modelli sinora sperimentati. Tutto ciò, quindi, formula un appello alla politica e alla progettualità che essa dovrebbe saper esprimere, e tuttavia tale approccio “macrocosmico” e sul lungo periodo appare non del tutto sufficiente. Le istituzioni possono e debbono domandarsi se sul piano “microcosmico” del servizio al singolo cittadino è possibile qui ed ora una diversa forma di intervento. La consulenza filosofica si pone esattamente quest’ultimo obiettivo. La consulenza filosofica come servizio al cittadino potrebbe essere promossa tramite l’apertura di uno “sportello” presso le strutture pubbliche che si occupano dei servizi sociali e/o educativo-culturali. Qui gli utenti e i possibili interessati potrebbero essere informati – con i mezzi usualmente utilizzati dalla struttura per analoghe iniziative – dell’esistenza del servizio e delle sue caratteristiche. Con un investimento di energie certamente contenuto da parte dell’ente locale, i cittadini otterrebbero la possibilità di sperimentare un modo diverso e inedito di approcciare i loro problemi secondo la prospettiva della fornitura di un bene immateriale, i cui benefici, nondimeno, possono essere distintamente percepiti. Proposte simili sono state portate avanti con successo al comune di Firenze e Crema, e possono rappresentare anche un utile strumento di conoscenza di una disciplina relativamente nuova ma ricca di potenzialità.

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