Prologo

Areté significa virtù. Oggi la parola porta con sé una sfumatura moralistica che non restituisce il suo significato originario. In realtà, sin dagli antichi Greci, parlare di virtù vuol dire parlare di ciò che rende la vita umana degna di essere vissuta, ricca di significato ed esempio per gli altri. Significa anche individuare alcune peculiari abilità, come quella di sapersi decidere e di saper governare se stessi. Tra coloro che hanno cercato di specificarne ulteriormente i contenuti vi sono poeti, letterati e infine filosofi. A questi ultimi si devono i maggiori approfondimenti, tanto che nel cercare che cosa sia la virtù e nello sforzarsi di praticarla essi hanno dato vita ad una nuova branca del sapere, l’etica. L’etica è un sapere rivolto all’azione, inteso a valutare tutti i comportamenti umani in relazione a ciò che è bene, bello e giusto. Ovviamente essa si affida ad una discussione preliminare su questi ultimi tre concetti, insomma alla filosofia in generale che tratta direttamente di verità, bellezza e giustizia. Il presupposto è che non si può vivere facendo a meno dei valori supremi, che non vanno imposti né idolatrati, ma cercati, indagati, approfonditi e perseguiti in vista della realizzazione più profonda dell’umanità propria e altrui. Nella nostra società oggi più che mai si sente il bisogno di mettere al centro dell’esistenza una simile, difficile ricerca. Solo così, infatti, la nostra quotidianità può assumere una direzione e sfuggire al senso di disorientamento e disperazione che spesso ci coglie per effetto dei processi sociali, economici e politici disumanizzanti che viviamo in questa nostra fine della modernità. La consulenza filosofica nasce proprio per dare risposte a tale richiesta di senso e di direzione, di approfondimento e di ricerca.